
La malocclusione dentale è un disturbo del cavo orale che colpisce numerosi pazienti e consiste nell’allineamento non corretto delle arcate dentali in condizioni di bocca chiusa. Questa disfunzione può avere serie conseguenze per tutto l’organismo: nei casi più gravi, infatti, la malocclusione può provocare una tensione notevole dei muscoli facciali e del collo che si ripercuote negativamente sull’intero apparato scheletrico e muscolare con problemi a livello posturale.
I medici dentisti che operano all’interno dello studio odontoiatrico Dott.ri Nobile di Torino sono in grado di individuare e correggere queste anomalie attuando percorsi terapeutici ad hoc per ciascun paziente.
I parametri che definiscono la malocclusione dentale
Ma in quali casi si può parlare di malocclusione dentale? Come identificare questo particolare disturbo? Con il termine “occlusione” si intende il modo in cui le due arcate entrano in contatto nel momento in cui si serrano i denti. In tal senso esistono precisi parametri di cui l’odontoiatra deve tener conto per la diagnosi di eventuali anomalie o disfunzioni. In particolare un’occlusione può definirsi corretta quando: l’arcata superiore risulta leggermente sporgente rispetto a quella inferiore; ogni dente tocca due denti dell’arcata opposta; gli incisivi superiori riscoprono quelli inferiori per circa un terzo della loro superficie. Nel momento in cui almeno una di queste 3 condizioni non è verificata, allora si può parlare di malocclusione dentale.
Conseguenze della malocclusione dentale e possibilità d’intervento
Le conseguenze sull’organismo di fenomeni di malocclusione dentale possono essere molteplici: possono insorgere problemi non solo alla masticazione ed alla deglutizione, ma anche alla respirazione e, come già anticipato, alla postura del paziente. Per questo motivo è importante rivolgersi a uno studio dentistico specializzato che possa effettuare una diagnosi precisa e corretta e quindi predisporre un piano terapeutico adeguato. Generalmente la tendenza è quella di intervenire attraverso l’applicazione di dispositivi ortodontici in grado con il tempo di correggere la fisionomia delle arcate; mentre nei casi più gravi si può optare per eventuali estrazioni o interventi chirurgici. Ad ogni modo, è evidente che ogni caso deve essere valutato nella sua singolarità e quindi le terapie applicabili possono essere assai diverse da paziente a paziente.